C’è un test di Alzheimer? Come viene fatta la diagnosi di Alzheimer?
Durante la visita, il medico esplorerà i cambiamenti nell’attenzione e nella memoria, così come altre funzioni, e cercherà di avvertire di possibili cambiamenti nel comportamento.
Spesso, già alla prima visita, è possibile eseguire un breve test cognitivo. Uno dei più utilizzati è il cosiddetto Mini-Mentale, che consente una prima valutazione di screening di alcune funzioni cognitive, come l’orientamento spazio-temporale, la memoria immediata, la concentrazione o il linguaggio, tra gli altri. Anche se non è propriamente un test di Alzheimer, è un test ampiamente utilizzato per valutare il sospetto di deterioramento cognitivo, come nel caso di questa malattia.
Al fine di escludere altre possibili cause e mettere a punto la diagnosi, il neurologo può raccomandare di eseguire ulteriori test. I più comuni sono un esame del sangue, un esame cognitivo da parte di un neuropsicologo e un test di neuroimaging (TC o RM). In alcuni casi, possono essere effettuati anche test più complessi.
Quali test vengono utilizzati per lo studio diagnostico dell’Alzheimer?
Non esiste un test che, di per sé, consente la diagnosi di Alzheimer. È necessaria una serie di sintomi e segni di cambiamenti cerebrali per guidare la diagnosi.
Esame del sangue
Di solito viene richiesto un esame del sangue convenzionale per escludere, tra le altre cose, processi infettivi o deficit vitaminici che possono spiegare i sintomi.
Esame neuropsicologico
Una valutazione neuropsicologica dettagliata è utile per determinare le caratteristiche e l’entità dei cambiamenti cognitivi e comportamentali e il loro possibile impatto sulla vita quotidiana. Di solito è una visita di una certa lunghezza ed è consuetudine richiedere che la persona interessata vada alla visita con il neuropsicologo accompagnato da un familiare o da una persona vicina che la conosce bene.
Test di neuroimaging
I più richiesti sono la tomografia assiale computerizzata (CAT) o la risonanza magnetica (MRI), che servono a escludere altre cause che possono causare alterazioni cognitive (come le lesioni vascolari…). Possono anche essere usati per trovare segni di neurodegenerazione, atrofia o lesione neuronale.
A seconda dei casi, il neurologo può ordinare altri test di neuroimaging più complessi, come la tomografia ad emissione di positroni (PET o PET scan). Per questo tipo di test vengono utilizzate diverse sostanze di contrasto in grado di valutare aspetti come il consumo di glucosio nel cervello, indicativo dell’attività di diverse aree o la rilevazione di depositi di proteine amiloidi nel cervello. Sebbene la sua presenza non implichi direttamente la diagnosi di Alzheimer, il fatto che non sia presente indica fortemente che l’alterazione cognitiva non è prodotta da questa malattia.
Altri test meno frequentemente utilizzati per la diagnosi di Alzheimer
I test genetici
sono generalmente raccomandati nei casi di insorgenza molto precoce o con una storia familiare di Alzheimer. La sua origine può essere correlata alla mutazione specifica di un gene. Si deve tenere conto, naturalmente, che l’origine puramente genetica ed ereditaria dell’Alzheimer si verifica solo in meno dell ‘ 1% dei casi. Pertanto, i test genetici non sono ampiamente utilizzati per scopi diagnostici.
Analisi del liquido cerebrospinale
Il liquido cerebrospinale viene estratto dalla puntura lombare, un test sempre più comune nella ricerca e negli studi clinici. Nell’impostazione della cura potrebbe essere necessario specificare la diagnosi in alcuni casi in cui il neurologo lo ritiene necessario. I risultati dei livelli di proteine come tau o amiloide nel liquido cerebrospinale guidano la probabilità della diagnosi di Alzheimer.