Duplex arterioso per la diagnosi di emboli arteriosi periferici

Background: Se l’imaging duplex a ultrasuoni (DUS) da solo può essere utilizzato per pianificare con successo la rivascolarizzazione per embolia arteriosa periferica (PAE) è sconosciuto. Questo studio ha valutato l’utilità dell’imaging DUS da solo per la diagnosi e il trattamento della PAE.

Metodi: I pazienti con PAE cardiogenica agli arti inferiori o superiori durante un periodo di 20 anni sono stati valutati retrospettivamente. I pazienti con PAE viscerale o cerebrale sono stati esclusi. La diagnosi mediante imaging DUS da solo è stata confrontata con angiografia a contrasto (CA) o angiografia tomografica computerizzata (CTA). Sono stati confrontati i dati demografici del paziente, l’uso della CA intraoperatoria, la necessità di reintervenzione, la durata della procedura di rivascolarizzazione e il tasso di fasciotomia e amputazione. Anche la velocità sistolica media di picco (PSV; cm/s) misurata sul segmento prossimale, medio e distale di ciascuna arteria dal femore comune alle arterie tibiali distali è stata confrontata con gli esiti chirurgici.

Risultati: Abbiamo identificato 203 estremità in 182 pazienti con PAE. L’imaging preoperatorio è stato ottenuto nell ‘ 89%, incluso il solo imaging DUS (44%), CA (37%) e CTA (7%). L’imaging DUS è stato utilizzato più frequentemente di CA o CTA in donne, pazienti anziani, pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, PAE degli arti superiori e pazienti trattati con agenti antipiastrinici in fase preoperatoria. L’uso della CA intraoperatoria, la necessità di reintervenzione, il tasso di fasciotomia e la perdita degli arti e la durata della degenza ospedaliera erano simili tra i due gruppi. Nessun arto superiore ha richiesto l’amputazione. I pazienti con emboli degli arti inferiori sottoposti a fasciotomia presentavano PSV medi inferiori rispetto a quelli liberi da fasciotomia a livello popliteo (4 ± 6 cm / s vs 31 ± 62 cm / s; P = .03), tibiale anteriore (1 ± 3 cm/s vs 10 ± 16 cm / s; P = .004), e tibiale posteriore (2 ± 3 cm/s vs 9 ± 15 cm / s; P = .03) arterie. La mortalità a 30 giorni per la serie è stata del 25% con un follow-up mediano di 7,4 mesi. L’unico predittore della mortalità a 30 giorni nell’analisi multivariata era l’uso del tabacco (odds ratio, 3.1; intervallo di confidenza del 95%, 1.4-7.0).

Conclusioni: Gli esiti chirurgici e la sopravvivenza per i pazienti valutati mediante imaging DUS preoperatorio da solo per PAE sono equivalenti ai pazienti valutati con CA o CTA. I PSV nelle arterie tibiopoplitee possono prevedere la necessità di fasciotomia. L’imaging preoperatorio DUS da solo è sufficiente per la pianificazione operativa in pazienti con sintomi indicativi di PAE.



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