Foglia

Le cellule epidermiche si trovano sulle superfici superiore e inferiore di una foglia. Hanno due caratteristiche che impediscono la perdita di acqua evaporativa: sono imballati densamente insieme e sono coperti da una cuticola, uno strato ceroso secreto dalle cellule. L’epidermide consiste solitamente di un singolo strato delle cellule, sebbene le foglie specializzate di alcune piante del deserto abbiano strati epidermici che sono parecchie cellule spesse. Le cellule epidermiche hanno spesso grandi vacuoli che contengono pigmenti flavonoidi. I flavonoidi generalmente assorbono le radiazioni ultraviolette e possono agire come una sorta di protezione solare naturale per gli strati interni della foglia, filtrando le radiazioni ultraviolette dannose dal sole.

L’epidermide fogliare ha piccoli pori, chiamati stomi, che si aprono per lo scambio gassoso fotosintetico e la traspirazione. Gli stomi sono sparsi in tutta l’epidermide, ma sono in genere più numerosi sulla superficie fogliare inferiore. Ogni singolo stoma (poro) è circondato da una coppia di cellule epidermiche specializzate, chiamate cellule di guardia. Nella maggior parte delle specie, le cellule di guardia chiudono i loro stomi durante la notte per prevenire la perdita di acqua traspirante e aprono i loro stomi durante il giorno in modo che possano assorbire il micrografo elettronico a scansione carbonA (SEM) di stomi aperti sulla superficie di una foglia di tabacco (Nicotiana tabacum). Gli stomi sono pori respiratori sparsi sulla superficie fogliare, e talvolta staminali, che regolano lo scambio di gas tra l’interno della foglia e l’atmosfera. La chiusura stomatica è una risposta naturale all’oscurità o alla siccità come mezzo per conservare l’acqua. Ogni poro è controllato dal turgore di due cellule di guardia (lati visti sotto l’apertura del poro) su entrambi i lati di esso. Quando sono pieni d’acqua il poro è aperto; quando perdono turgore, il poro si chiude. Foto Ricercatori, Inc. Riprodotto con permesso.
diossido per la fotosintesi, e dare ossigeno come prodotto di scarto.



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