La Smithsonian Institutionle Origini Umane Programma
Il DNA di tutte le persone in tutto il mondo contiene un record di come le popolazioni viventi sono legati gli uni agli altri, e quanto lontano quei rapporti genetici vanno. Comprendere la diffusione delle popolazioni umane moderne si basa sull’identificazione di marcatori genetici, che sono rare mutazioni al DNA che vengono trasmesse attraverso le generazioni. Popolazioni diverse portano marcatori distinti. Una volta che i marcatori sono stati identificati, possono essere ricondotti indietro nel tempo alla loro origine – il più recente antenato comune di tutti coloro che portano il marcatore. Seguendo questi marcatori attraverso le generazioni rivela un albero genetico di molti rami diversi, ognuno dei quali può essere seguito al punto in cui tutti si uniscono – una radice africana comune.
I mitocondri all’interno di ogni cellula sono le centrali elettriche del corpo; generano l’energia necessaria affinché gli organismi cellulari vivano e funzionino. I mitocondri hanno il loro DNA, mtDNA abbreviato, distinto dal DNA all’interno del nucleo di ogni cellula. mtDNA è l ” equivalente femminile di un cognome: si passa giù dalla madre alla prole in ogni generazione, e la prole più femminile una madre ei suoi discendenti femminili producono, il più comune il suo tipo mtDNA diventerà. Ma i cognomi mutano in molte generazioni, e così i tipi di mtDNA sono cambiati nel corso dei millenni. Una mutazione naturale che modifica il mtDNA nelle cellule riproduttive di una donna caratterizzerà da allora in poi i suoi discendenti. Questi due fondamenti-l’ereditarietà lungo la linea madre e la mutazione occasionale-consentono ai genetisti di ricostruire l’antica preistoria genetica dalle variazioni nei tipi di mtDNA che si verificano oggi in tutto il mondo.
La genetica delle popolazioni usa spesso aplogruppi, che sono rami sull’albero delle prime migrazioni umane e dell’evoluzione genetica. Sono definiti da mutazioni genetiche o” marcatori ” trovati nei test molecolari di cromosomi e mtDNA. Questi marcatori collegano i membri di un aplogruppo alla prima apparizione del marcatore nel più recente antenato comune del gruppo. Gli aplogruppi hanno spesso una relazione geografica.
Una sintesi di studi sul mtDNA ha concluso che un primo esodo dall’Africa, evidenziato dai resti di Skhul e Qafzeh da 135.000 a 100.000 anni fa, non ha lasciato discendenti nell’odierno pool di mtDNA eurasiatici. Al contrario, l’esodo di successo delle donne che trasportano M e N mtDNA, ancestrale a tutti i mtDNA non africani oggi, a circa 60.000 anni fa potrebbe coincidere con il livello del mare basso senza precedenti in quel momento, probabilmente aprendo una rotta attraverso il Mar Rosso allo Yemen. Un altro studio del sottoinsieme a della sequenza mtDNA umana ha dato risultati simili, scoprendo che il più recente antenato comune di tutti i lignaggi eurasiatici, americani, australiani, Papua Nuova Guinea e africani risale a tra 73.000 e 57.000 anni fa, mentre l’età media di convergenza, o tempo di coalescenza, dei tre aplogruppi fondatori non africani M, N e R è di 45.000 anni fa.
Queste informazioni hanno permesso agli scienziati di sviluppare ipotesi intriganti su quando le dispersioni hanno avuto luogo in diverse regioni del mondo. Queste ipotesi possono essere testate con ulteriori studi di genetica e fossili.