Raccomandazioni pratiche per l’avvelenamento da antagonisti dei canali del calcio

Gli antagonisti dei canali del calcio (CCAs) sono ampiamente utilizzati per diversi disturbi cardiovascolari. Alle dosi terapeutiche, i CCA hanno un profilo favorevole degli effetti indesiderati. Tuttavia, in caso di sovradosaggio, i CCAS possono causare gravi complicazioni, come grave ipotensione e bradicardia. I pazienti nei quali si prevede un’intossicazione da moderata a grave devono essere osservati in un ambiente monitorato per almeno 12 ore se viene ingerita una formulazione a rilascio immediato e per almeno 24 ore quando è coinvolta una formulazione a rilascio prolungato (o amlodipina), anche se il paziente è asintomatico. Il trattamento iniziale è finalizzato alla decontaminazione gastrointestinale e alla cura di supporto generale, cioè alla rianimazione fluida e alla correzione dell’acidosi metabolica e dei disturbi elettrolitici. In caso di avvelenamento da CCA da moderato a grave, potrebbe essere indispensabile una strategia medica combinata, come la somministrazione di vasopressori, la terapia con calcio per via endovenosa e iperinsulinemia/euglicemia. In particolare la terapia con iperinsulinemia / euglicemia è un importante trattamento di prima linea nei pazienti con sovradosaggio da CCA nei quali si sospetta una forte ingestione. L’insulina ad alte dosi, in combinazione con glucosio, sembra essere più efficace se usata all’inizio della fase di intossicazione, anche quando il paziente mostra quasi nessuna instabilità emodinamica. La terapia con emulsione lipidica endovenosa deve essere presa in considerazione solo in pazienti con tossicità cardiovascolare pericolosa per la vita, come shock refrattario, che non risponde alle terapie convenzionali. Quando misure farmacologiche di supporto e specifiche non riescono a invertire adeguatamente le condizioni refrattarie in caso di sovradosaggio da CCA, deve essere preso in considerazione l’uso di supporto vitale extracorporeo. L’efficacia di questi interventi farmacologici e non farmacologici generalmente sostenuti nell’avvelenamento da CCA necessita di ulteriori basi meccanicistiche approfondite, al fine di migliorare il trattamento individualizzato dei pazienti con sovradosaggio da CCA.



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